«Bevanda» preziosa per preparare cibi gustosi, come il vino, anche l’aceto ha una storia alle spalle davvero notevole e conserva inevitabilmente un legame con le religioni, dal quale non è possibile prescindere.
L’aceto è molto presente nella vita dell’uomo. Già conosciuto nei millenni che precedettero il cristianesimo, in Egitto, in Babilonia, nella Persia è ben attestato, ed è con i greci che troviamo spunti di riflessioni preziose.
Sappiamo che i greci bevevano comunemente acqua con aceto e miele. Ma l’aceto rivestiva un valore molto superiore. Ad esempio, Ippocrate, coniugando medicina, salute e alimentazione, prescriveva l’aceto per curare le ferite (per le sue proprietà antisettiche) e le piaghe, e lo suggeriva anche per i malanni dell’apparato respiratorio.
Ancora al tempo dei romani, quindi per un millennio della nostra storia occidentale, l’aceto giocava più ruoli, perché multiforme era il suo valore riconosciuto. Sappiamo così esso assai presente in cucina come sulla tavola.
Tra le possibili ricette che vedono l’aceto come protagonista, segnaliamo moretum, il pasto destinato soprattutto ai soldati. Pur modificatosi nel tempo, potremmo definirlo come una insalata con aglio, cipolla, ruta, formaggio (meglio di capra) e coriandolo, condita con olio e aceto. Moretum è anche un formaggio di erbe spalmabile sul pane, oppure quella che oggi alcuni chiamano «agliata», una focaccia a base di formaggio (sia pecorino che caprino), con aglio, ruta, menta, finocchio, sedano e, appunto aceto.
Nelle case romane di “rango” difficilmente mancava l’acetabolo, una ciotola piena di aceto, dove i commensali intingevano pezzi di pane tra una portata e l’altra per favorire la digestione e preparare il palato per la portata successiva.
Ma l’aceto è anche conosciuto come bevanda. Secondo un diffuso detto romano: Posca fortem. Vinum ebrium fecit: più che il vino (che poteva causare ebbrezza) era un’altra la bevanda che rendeva saldi gli uomini e soprattutto i romani: la posca, una bevanda composta appunto da acqua e aceto. Bevanda non certo sconosciuta anche tra altri popoli (e relativi ambienti religiosi).