Troviamo l’aceto in un bel passaggio del libro di Rut, un breve scritto contenuto nell’Antico Testamento. Protagoniste assolute della storia sono due donne: Noemi e Rut, rispettivamente madre e vedova del figlio di Noemi. Esse conducono un vita di stenti, soprattutto per Rut, di religione diversa da Noemi, ebrea, che tuttavia è molto legata alla suocera e per questo accetta di tornare in Israele pur di vivere con lei e non lasciarla sola.
Mentre Rut lavora per mantenere entrambe, incontra Booz:
“Poi, al momento del pasto, Booz le disse: “Avvicinati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto” (Rut 2, 14)
È una storia di amicizia, di ospitalità, di attenzione per l’altro, di accettazione anche di modi di vivere, di pensare, di esprimere il desiderio religioso in forme diverse dalle proprioe.
E Booz, ebreo, accoglie la pagana Rut e la invita a compiere il gesto di intingere il pane nell’aceto, un gesto che per Rut e i braccianti dell’epoca era un modo per sostenere il corpo nella durissima vita dei campi. Questo semplice gesto prepara però anche altri sviluppi: Rut, la straniera sposerà Booz, l’ebreo.
Ed avranno un figlio, Obed. Il quale sarà padre di Iesse che a sua volta sarà padre del grande re Davide (Rut 4, 17.22), da cui discenderà Gesù. Ed ecco che Rut, la pagana, è un’antenata del Salvatore!