Latte, miele e legumi, come alimenti, costituiscono un terreno, meglio, una “cucina” di incontro tra le religioni. Su più livelli e con modalità diverse.
Va detto, anzitutto, che sono molte le cosmogonie religiose (= racconti mitici sull’origine del mondo) che richiamano l’acqua come liquido primordiale. Ma, ad esempio per i Fulani, un’etnia nomade dell'Africa occidentale, dedita alla pastorizia e al commercio, il mondo deriva da una goccia di latte! E che dire della presenza del miele presso i Maya, dal momento che la sua raccolta era diretta esclusivamente dai sacerdoti?
Per quanto riguarda gli ebrei, va sottolineato come la cucina kasher sia straordinariamente ricca di latte, miele e mandorle.
Per i cristiani latte e miele sono una presenza importante in cucina in ogni epoca dell’anno, soprattutto per chi segue la normativa alimentare cristiana e cerca, durante il periodo quaresimale, di portare a tavola un clima religioso diverso dalla quotidianità. L’alimentazione nel tempo di Quaresimale è infatti diversa rispetto a quella quotidiana o delle feste. Anche i cibi, quindi, variano. Tra quelli più soliti per la Quaresima, latte e miele sono certo tra i più comuni.
Anche nell’islam il cibo e le bevande sono utili strumenti per parlare dell’aldilà: il Corano parla di «ruscelli di miele purificato» (sura 47,15) che scorrono nel paradiso musulmano. Esso infatti è attraversato da quattro fiumi: uno di acqua pura, uno di latte sempre fresco, uno di vino e uno di miele squisito (sura 3,133; 83,25-28). Ecco dunque il latte e il miele!