Anche nell’islam il cibo e le bevande sono utili strumenti per parlare dell’aldilà (cf. Modulo 1.5) Nel Corano si parla di "ruscelli di miele purificato" (sura 47,15) che scorrono nel paradiso musulmano. Esso infatti è attraversato da quattro fiumi: uno di acqua pura, uno di latte sempre fresco, uno di vino e uno di miele squisito (sura 3,133; 83,25-28). Ecco dunque il latte e il miele!
Per quanto riguarda la “tavola” musulmana sul libro ci siamo imbattuti nel Shebbakia, un dolce che affoga nel miele caldo, molto apprezzato anche perché celebra un momento di “stacco” dalla dura prova del digiuno del mese di Ramadan (Modulo cartaceo 1.1)
Del resto anche gli hadith confermano l’importanza del miele nella cucina musulmana:
«Aisah – sia soddisfatto Iddio di lei – diceva: “L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – amava molto le cose dolci e il miele”».Al-Buhari, Detti e fatti del profeta dell’Islam, p. 527.
In questo caso si tratta di un altro dolce a base di miele: Asal. Ogni volta che un musulmano mangia un dolce di questo tipo la sua memoria corre a Muhammad, il Profeta, al quale Allah ha manifestato il suo volere.