Cristianesimo

Anche nel Nuovo Testamento il latte (gala in greco) è citato più volte. Un esempio? Il capitolo 9 della Prima lettera ai Corinzi. Dall’Antico Testamento ricaviamo la ricchezza di significati che la bevanda porta con sé. Non sempre però positivi. Ad esempio, l’apostolo Paolo se ne serve come simbolo negativo, per una fede non matura, da fanciullo, tipica di “chi beve ancora latte”, appunto: si seda la Prima lettera ai Corinzi 3,1-2. Similmente avviene nella Lettera agli Ebrei 5,12-14 e nella Prima lettera di Pietro 2,2.

Ovviamente, si conoscono anche testi dal “profumo” completamente diverso: dal gesto di allattare, descritto nei Vangeli (Luca 11,27; 21,23: Matteo 21,16; 24,19; Marco 13,17), a quello più spirituale della Prima lettera di Pietro 2,11. Il latte, quindi, si presenta come un alimento davvero ricco di valori.

Per quanto riguarda il miele, se il Nuovo Testamento pare abbastanza parco di richiami (si pensi ad es. a Giovanni il Battista e alla sua “dieta” a base di locuste e miele! Marco 1,6; Apocalisse 10,9-10), la Chiesa, fin dai primi secoli, ha mostrato, giustamente, molto interesse per entrambi. A parte un testo davvero antico come la Lettera di Barnaba, che scrive di api e favi in senso negativo, il legame latte-miele trova conferma nei più antichi scrittori della Chiesa. Atenagora richiama latte e miele sulla scorta della Prima lettera di Pietro 2,2ss; Clemente di Alessandria e soprattutto Ippolito parlano di tre calici liturgici, di cui uno “di latte e miele”. Del resto, un grande dottore della Chiesa del IV secolo, Basilio di Cesarea presenta i cristiani come uno “sciame di api”, mentre Gregorio di Nazianzio, amico fraterno di Basilio, arriva a scrivere che la Chiesa è "apiario di Cristo".

Menù di Quaresima
In "La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene" di Pellegrino Artusi troviamo precisi menù “a tema”: ne riportiamo qui uno di “magro” e uno di Quaresima:

Pranzo di magro
Pranzo di Quaresima
Minestra. Zuppa di ranocchi (n. 64) o Zuppa alla certosina (n. 66)
Principii. Crostini di caviale e acciughe (n. 113)
Tramesso. Pasticcio di magro (n. 502) o Rotelle di palombo (n. 464)
Erbaggi. Sformato di spinaci (n. 390)
Arrosto. Pesce in gratella, con Salsa (n. 131)
Dolci. Tortelli di ceci (n. 624). - Crema montata (n. 689)
Frutta. Pere, mele e frutta secca

Minestra. Zuppa nel brodo di pesce (n. 65) o Zuppa certosina (n. 66)
Principii. Baccalà montebianco (n. 118) con Crostini di caviale (n. 113)
Lesso. Pesce con Salsa genovese (n. 134)
Tramesso. Gnocchi alla romana (n. 231)
Umido. Pesce a taglio in umido (n. 461)
Arrosto. Anguilla (n. 491)
Dolci. Pasticcini di marzapane (n. 628) e Gelato di pistacchi (n. 767)


Trattasi di un “magro” che permette qualche concessione,
assente nel pranzo quaresimale riportato a fianco.


Pranzo sì, ma che Quaresima!

 

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