Tra le superstizioni più tipicamente alimentari, il sale è protagonista.
Tentare una storia del sale, come anche di altri cibi quali pane, vino e olio, significa ripercorrere l’intera storia dell’umanità. Infatti, attorno al sale si svolsero commerci e guerre, si costruirono vie commerciali e si tentarono muove rotte marittime.
Non a caso il sale compare con il sorgere delle prime civiltà umane: lo si trova già presso i sumeri, gli egizi, gli abitanti della valle dell’Indo, i cinesi… e ovviamente presso i romani che, solo per fare un semplice esempio, chiamarono Via Salaria a una strada che percorre buona parte della Penisola italica e destinata appunto al commercio del sale!
In tempi più recenti è bene ricordare la famosa Marcia del sale, organizzata da Gandhi il 12 marzo 1930, per protestare contro le tasse che il Governo britannico aveva imposto su quel bene assolutamente indispensabile. Partito con pochi amici, il Mahatma arrivò a destinazione seguito da milioni di persone. Un gesto non violento come forma di disobbedienza civile!
Per questo il sale è un alimento largamente presente anche … nella Letteratura! E non poteva essere diversamente: come per altri ingredienti, anche sul sale si è “versato” molto inchiostro. Leggiamo il prodotto di qualche autorevole penna:
Deve contenere qualcosa di insolitamente sacro,
il sale,
se è contenuto nelle nostre lacrime
e nel mare
Khalil Gibran (da “Sabbia e Onda”)Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e com’è duro calle
lo scendere e’l salir per l’altrui scale
Dante Alighieri (Commedia, Paradiso XVII, 55-60)
Insomma: se intorno al sale sono presenti molte forme di superstizione, ciò è dovuto al suo valore. Perderlo, ad esempio, costituiva un serio problema. Da qui il sorgere di credenze e abitudini particolari, con valenza non solo negativa (cf. libro Modulo 1.6).
Dato il suo valore, infatti, era impossibile che il sale non rivestisse anche significato positivo, protettivo, beneaugurante. Alcuni ritengono il sale capace di proteggere da eventi sfortunati oppure da gesti e riti compiuti contro qualcuno (il cosiddetto “malocchio”). La ragione si trova nella capacità del sale di proteggere e conservare gli alimenti. Sembrava – perché infatti così era – che il sale garantisse lunga vita e durata agli alimenti, altrimenti destinati alla deperibilità. Dunque, se era strumento così potente per i cibi, perché non poteva essere altrettanto potente con gli uomini?
Un alimento molto “religioso” |
Pensiamoci: di per sé, il sale che valore ha? Nessuno! A meno che venga usato con altri alimenti, quando lo si mischia, quando non è isolato, quando sta insieme. Se è da solo, il sale non serve a niente. Ma è utile, cioè ha senso, nella misura in cui si “confonde”: il sale, sala! Ecco perché Gesù ci invita a essere “sale della terra”! Se stiamo da soli, per conto nostro e non ci mischiamo nel mondo (in classe, nella parrocchia, nello sport…), se non stiamo con gli altri, come possiamo dare sapore, “salare”, chi ci sta intorno? È vero: il sale sala nella misura in cui si scioglie per e con altri alimenti. Così il cristiano: Gesù ci invita ad essere meno noi stessi, meno egoisti, per dare “sapore” agli altri: pur di essere sale e dare sapore bisogna correre il rischio di perdere un po’ di sé stessi. |