I dolci preparati per le grandi solennità religiose sono moltissimi e la loro composizione ha, spesso, una radice biblica. Cominciamo, ad esempio, con il Tronchetto di Natale (per un più ampio percorso gastronomico sul periodo natalizio si veda sul libro il Modulo 2.2). Già il nome di questo dolce intende richiamare esplicitamente un passo che si trova nell’Antico Testamento e che i cristiani legano direttamente a quel Bambino – il Figlio di Dio che si fa uomo, l’Emmanuele, il Dio-con-noi – che nascerà a Betlemme (che – ricordate? – significa «casa del pane»!):
Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito si sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore (Isaia 11,1-2). |
Nel tempo del Natale, in cui celebriamo un Dio che si fa uomo, la cucina e la pasticceria in particolare danno il meglio di sé. Proviamo ad «assaggiare» qualche altra prelibatezza che deriva le sue origini da consuetudini e tradizioni che possiamo definire pseudo-religiose. Infatti, chi non conosce i Magi? Solo il Vangelo di Matteo ci parla di questi particolari personaggi che, dopo varie ricerche trovarono Gesù:
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». […] Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Vangelo di Matteo 2,1.11) |
Tuttavia sono pochi i «costruttori di presepe» che dimenticano le tre statuette, con i loro cammelli e i doni che recano al Bambino. La Torta dei re Magi, dalla forma ovale, con decorazioni di frutta essiccata e candita, ricorda, appunto, la loro presenza sulla scena del Natale. E, non a caso, all’interno della torta si colloca una figurina di Gesù Bambino.
Ma i Magi, chi erano esattamente? Tradizionalmente sono ricordati come «re Magi», anche se probabilmente erano più dei sapienti che dei potenti, erano più uomini religiosi che di potere temporale… Ma poco importa! Ecco allora da dove deriva la King’s cake, un dolce a forma di corona, aromatizzato alla cannella, ricoperto di glassa e zuccherini colorati. Qualcosa di simile è presente anche in Francia: le Gallette des Rois sono gallette in cui si nasconde un piccolo oggetto, detto fève (perché in origine si usava la fava, il legume). Chi trova l’oggetto – oggi generalmente la figurina di un santo - è eletto re/regina della festa.
La solennità dell’Epifania, in Italia, è ricordata, forse troppo spesso, come la «Befana». Anche la letteratura se ne è occupata: Giovanni Pascoli (1855-1912) nel 1897 compose La Befana, di cui riportiamo, come esempio, alcuni versi:
Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
Neve, gelo e tramontana.
Perché tanto interesse per la Befana? Il termine ha a che fare con la religione, infatti deriva dalla parola greca epifania che indica la manifestazione di Dio che prende corpo in Gesù di Nazaret, vero Dio e vero uomo: il riferimento esplicito dunque è al Natale.
Ricordiamo che, per la nostra tradizione, è Gesù Bambino che porta doni ai bambini (non Babbo Natale). La “befana”, perciò, non è altro che il ricordo (sia pure poco religioso) dell’epifania/manifestazione di Dio.
Resta comunque un’ottima occasione per consegnare molti dolci! Dunque della Befana si occupa anche la cucina italiana con la Focaccia della Befana in Piemonte; le Scopette dolci (biscotti a forma di scope) e i Cappelli della Befana (dolci la cui forma richiama appunto i cappelli). In Toscana invece sono noti i Befanotti e i Befanini, frollini ricoperti, preparati utilizzando farina, zucchero, burro, uova, latte, rhum e, pur conoscendo un’infinità di varianti, scorza di arancia.