Il latte

Già gli antichi conoscevano e apprezzavano il latte, e assegnavano a questa bevanda un significato religioso.

Nell’antica Grecia, alle ninfe è attribuita la scoperta del formaggio: esse infatti avrebbero insegnato ad Aristeo, figlio di Apollo, l'arte di trasformare il latte. Nell’Odissea di Omero leggiamo che Polifemo munge le pecore: il consumo di latte era infatti legato all’allevamento ovino. Sarà con Roma che si imporrà il latte bovino.

Nelle pratiche religiose romane il colore bianco richiamava il colore della luna, impersonata dalla dea Diana, il cui santuario, come racconta Cicerone, si trovava sulla collina di Ariccia presso il lago di Nemi. Dal VI secolo a.C. al III d.C. ogni anno per le idi di agosto si svolgeva la processione delle matrone romane che si immergevano dentro il lago. L'acqua e la luna erano simboli di fertilità; ma anche il latte rimandava al concetto di procreare e trasmettere la vita. Le donne infatti si rivolgevano a Diana per propiziare la gestazione, la buona gravidanza, la salute dei bimbi che erano alimentati dal seno.

Il latte era un alimento molto apprezzato e per questo ricavato da più animali. Oltre a quello di ovini e caprini, i più usati nella produzione casearia, il latte delle mucche dell'arco alpino era particolarmente apprezzato da Lucio Giunio Moderato Columella, uno scrittore romano vissuto nel I secolo che si occupò di agricoltura. Non mancano poi precisi riferimenti anche a latte di altri animali: già il poeta greco Omero aveva parlato di latte di cavalla; mentre Plinio il Vecchio descrive il latte di cammella, quello di scrofa, impiegato anche nella preparazione di farmaci, e il latte d’asina, nel quale, come noto, faceva il bagno Poppea, consorte di Nerone, per le sue virtù cosmetiche.Lo stesso Plinio addirittura contrappone i mangiatori di carne (nomadi e pastori), che per lui sono “barbari”, ai bevitori di latte (popolazioni sedentarie e civilizzate), come i romani.

Il latte è indispensabile in cucina. Il suo uso spazia dagli antipasti fino al dolce. È importante sottolineare come il latte e i piatti che ne richiedano la presenza sono quasi sempre occasione di incontro tra le religioni.

Prendiamo il classico riso al latte. Si tratta di un primo semplicissimo e che, salvo poche eccezioni, tutti i fedeli possono consumare. Ma il latte può essere apprezzato anche come bevanda. Forse noi non siamo abituati a pasteggiare con carne di agnello e latte fresco, eppure doveva senz’altro essere apprezzato se pensiamo a come Abramo accolse i suoi ospiti secondo il racconto di Genesi 18 che potrai leggere sul libro a p. 131.

Tuttavia non va mai dimenticato che molti sono colpiti dall’intolleranza al lattosio: sempre più persone devono tenere conto di questa realtà e provvedere a un’alimentazione adeguata. A questo si aggiunge il tabù di consumare quel latte che si ricava da animali non permessi: per gli ebrei, ad esempio, il latte di cammella.

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