È possibile coniugare vino e finanza? Proviamo a fare un semplice esempio: nel 1967 una bottiglia di Barolo valeva 7-8000 lire. Già nel 1989 per acquistarla ne servivano il doppio. Il trend di quegli anni segnalava una rivalutazione del 100% in tre anni.

I tempi cambiano. Ora, nel terzo millennio, vale la pena investire nel vino? Si può correre il rischio di cercare plusvalenze attraverso la compravendita di bottiglie pregiate?

Premesso che il mercato oggi è davvero globalizzato, che la crisi colpisce, in modi diversi, molte nazioni e che c’è sempre un rischio da correre e quindi l’imprevedibilità è dietro l’angolo… è più che mai vero che sono indispensabili competenze e abilità per riconoscere le qualità organolettiche del prodotto. Per questo lo studio, la passione e l’impegno degli operatori del settore, già a partire da voi studenti, sono assolutamente necessari.

Sapete che si acquista en primeur, cioè direttamente dal produttore prima ancora dell’imbottigliamento? In questo modo è possibile un risparmio significativo, ma si corre però il rischio di acquistare un prodotto che deve ancora trovare una bottiglia capace di contenerlo. Tuttavia, un dato di fatto è da prendere in considerazione: la bottiglia con il vino acquistata in enoteca costerebbe assai di più!

 

 

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