L’arte della cucina, chiara espressione di amore per la vita, si declina anche nella speranza di poter condividere nell’aldilà un pasto e un cibo con il Signore, magari preparato ancora una volta dalle nostre mani…
Restano certamente oscure parole come queste: “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (Prima lettera di Giovanni 3,2). Tuttavia, il linguaggio alimentare può aiutare a rendere un clima, un contesto.
Di tale linguaggio, infatti si è servito anche papa Benedetto XVI per chiudere la sua esortazione apostolica Verbum Domini (n. 124), in cui cita Apocalisse 3,20, dove il Signore promette: “cenerò con lui ed egli con me”.