Come esempio dei mutamenti che si sono registrati nel tempo nell’alimentazione, ricordiamo quanto avvenuto a proposito del consumo del pane. La storia dell’alimentazione insegna che il tipo di pane permetteva di classificare le persone: i ceti più abbienti consumavano pane bianco (normalmente fatto di farina di grano), mentre le classi sociali inferiori dovevano adattarsi al pane nero (ottenuto con una miscela di farine di cereali meno nobili). Oggi non è più così.
L’idea di un’esistenza orientata prevalentemente o esclusivamente a soddisfare lo stomaco non costituisce una prospettiva particolarmente allettante. Certamente tutti condividiamo il pensiero che non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere. Però ci sono modi differenti di fare propria questa affermazione: c’è un mangiare per vivere che contraddistingue gli animali e un mangiare per vivere specifico dell’uomo. Dobbiamo dunque considerare anche noi il legame instaurato dall'uomo con il cibo come qualcosa di particolare e, per questo, non possiamo comprenderne la pienezza di significato se ci dimentichiamo dell'ambito religioso.