L'animale non cucina per mangiare, perché gli è sufficiente raccogliere o cacciare. La dieta dell'uomo primitivo è stata molto simile a quella degli animali fino alla scoperta del fuoco, che ha favorito lo svilupparsi e l’evolversi di un processo culturale che ha spinto l’uomo a servirsi di strumenti per preparare il cibo. Col passare del tempo, dunque, egli ha elaborato una vera e propria arte: la cucina.

Oggi possiamo dire che, mentre gli animali si nutrono, gli uomini, grazie all’arte della cucina, nel corso dei secoli hanno sempre più raffinato il piacere di preparare e di gustare cibo.

Nel corso della storia, poi, il cibo si è rivelato anche un preciso marcatore sociale: infatti esso è capace di mettere in risalto ciò che differenzia un uomo da un altro e di distinguere una cultura da un'altra.

• «Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei». È la famosa affermazione del magistrato francese Jean-Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826), contenuta nella sua opera più nota Fisiologia del gusto (1825). Egli infatti era convinto che la dieta alimentare di un uomo permettesse di indicare anche la sua appartenenza sociale.
• «L'uomo è ciò che mangia». Lo sosteneva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (1804-1878) nei suoi testi principali L'essenza del Cristianesimo (1841) e L'essenza della religione (1846). Per lui l'immagine che meglio fotografa il rapporto tra cibo e società è contenuta proprio in questo slogan.