05. I profeti: la voce di Dio

Indice sezione

Sottomessi e dispersi per il mondo

L'esilio babilonese

L'occupazione ellenista e romana

Isaia: il richiamo alla fede

Il profeta Isaia

Isaia è uno dei cinque maggiori profeti biblici.
Figlio di Amoz, Isaia nacque intorno al 765 a.C. Nel 740 a.C., anno della morte del re Ozia, ebbe nel tempio di Gerusalemme una visione in cui il Signore lo inviava ad annunciare la rovina di Israele. Visse in un periodo di forti tensioni sociali e politiche durante le quali Israele era sotto la costante minaccia di un'invasione assira. Il peso politico, datogli dal suo essere profeta, lo rese un personaggio molto in vista nel suo tempo e la sua vicinanza alla corte di Gerusalemme lo fanno ritenere da alcuni appartenente a una famiglia aristocratica. La sua attività politica e profetica fu costantemente impegnata a denunciare il degrado morale portata dalla prosperità del paese. Di Isaia si perdono le tracce nel 700 a.C.: secondo una tradizione ebraica fu arrestato e condannato a morte sotto Manasse.

Geremia: il dolore di Dio

Il profeta Geremia

Geremia visse durante il regno degli ultimi re di Giuda tra il 640 a.C. e il 586 a.C.. In un periodo di relativa pace e prosperità per il regno di Giuda, Geremia profetizza una dura punizione se il popolo, traditore dell'alleanza, non tornerà a seguire il Signore e la sua volontà. Nessuno lo ascolta, neanche quando l'avanzata dei babilonesi diventa minaccia concreta e sembra inarrestabile. Anche allora il popolo preferisce ascoltare i falsi profeti che promettono un futuro di pace e prosperità. Quando i babilonesi assediano Gerusalemme, le sventure annunciate da Geremia spingono i notabili a farlo gettare in una vecchia cisterna fangosa per evitare che demoralizzi i soldati. Il regno di Giuda termina con l'esilio della maggior parte dei Giudei a Babilonia, per mano del re conquistatore Nabucodonosor II, nel 597 a.C. e nel 587 a.C. Da ultimo, il profeta fu catturato dai suoi denigratori e portato in Egitto (dopo l'anno 586 a.C.) dove morì.