Una società multi-religiosa
Omogeneità religiosa
Sino a qualche decennio addietro si poteva pensare che la società italiana fosse interamente cristiana. Tuttavia non tutti gli italiani erano cristiani. Importanti comunità ebraiche si erano stanziate e avevano prosperato in Italia sino alla persecuzione fascista e nazista del Novecento. I cristiani battezzati inoltre non appartenevano tutti al cattolicesimo e, pur avendo ricevuto il battesimo, vi era anche chi si considerava del tutto ateo. Così l’omogeneità religiosa è frutto del pensiero comune e molto spesso deve essere valutata alla stregua di pura impressione. Ciò che avveniva decenni addietro poteva essere registrato in modo ancor più accentuato nell’impero romano, dove le divinità delle religioni dei popoli sconfitti da Roma erano invitate a recarsi nella capitale dell’Impero.
Questa breve analisi della situazione ci porta a dire che in nessuna società, per quanto possa essere piccola e vissuta come omogenea, possa esistere un’unica religione, un solo modello di vita, un’unica visione del mondo. Se un tempo la presenza sul territorio di religioni diverse era dovuta a migrazioni, a deportazioni di popoli come conseguenza di guerre di conquista, oggi possiamo sostenere che l’adesione a religioni diverse o il sorgere di nuovi mondi religiosi hanno come causa motivi di conflitto a livello economico e sociale.
Conflitti e crepe all’interno dei popoli contribuiscono infatti alla formazione di modelli alternativi di lettura del mondo e di sé. Ciò appare molto evidente in una società occidentale, socialmente sempre più stratificata, ove sul territorio di una nazione sono presenti religioni diverse e concorrenti tra loro.
Il modellamento degli uomini
Ogni religione offre ai propri aderenti e a quanti hanno intenzione di entrare in comunità una particolare visione del mondo. Non si tratta di elaborazioni che rimangono puramente a livello concettuale e che non hanno conseguenze dirette sulle persone. Queste interpretazioni infatti concorrono al modellamento di uomini e donne attraverso l’interpretazione stessa di umanità che ogni religione propone ai propri aderenti. L’effetto di tale modellamento diventa anche evidente nella scelta dei canoni estetici adottati dagli individui.
Non sempre compatibili
Ma questi diversi modelli usati per dar forma agli uomini possono essere compatibili tra loro? Se alcuni modelli sono tra loro compatibili, altri sono invece alternativi, concorrenti o addirittura confliggenti. Tuttavia, quando si parla di pluralismo religioso e di dialogo si ha la tentazione di pensare immediatamente a ciò che unisce, senza occuparsi dei problemi che sono sottesi al fenomeno.
Rispetto delle differenze e convivenza
Per imparare a conoscersi e ad apprezzarsi nelle differenze è utile e positivo assumere l’atteggiamento di chi, pur ricercando una convivenza pacifica e rispettosa delle diversità, non ha l’intenzione di negarle. Lo studio delle diversità delle religioni aiuta già di per sé attraverso la conoscenza l’abbattimento dei luoghi comuni.
Tuttavia è bene tenere presente che la differenza di vedute sui valori che devono guidare la formazione della persona a volte risulta essere molto profonda: l’interpretazione di fondo sull’umanità assunta dai diversi sistemi religiosi appare spesso inconciliabile e aiuta a prendere atto che la convivenza è sempre una situazione provvisoria ancorché fortunata.
Negare le differenze conduce al rischio di nascondere, sotto un preteso rispetto, il desiderio della ghettizzazione, della separazione e del rifiuto di fatto, del diverso. Ma è anche possibile che si concretizzi una perniciosa situazione in cui ciò che è diverso e alternativo rispetto al sentire comune venga fagocitato, inglobato, assimilato.
Per evitare questi due rischi è opportuno che le religioni non si affrontino violentemente in campo aperto, ma cerchino di sviluppare la capacità di gestire i conflitti concettuali. Non essere d’accordo, avere idee diverse non è una situazione negativa: è una ricchezza. Il conflitto a meno che sia violento non è negativo. Quando la diversità è riconosciuta ed è accettata, quando è accolta la possibilità che l’altro possa essere davvero altro, vale a dire che possa essere libero di esprimersi diversamente da me, allora possono sorgere soluzioni innovative e positive per la convivenza.
Una nuova rinascita?
Molti intellettuali, a partire dall’Illuminismo, hanno ritenuto che la religione fosse un fenomeno ormai estinto. Nonostante ciò, negli ultimi decenni si è assistito a una grande influenza della religiosità orientale sull’Occidente, al ricorso a diversi metodi di meditazione psico-fisica, a una riconversione alla ricerca spirituale. Gli interessi nei confronti della medicina alternativa, dell’astrologia e dei fenomeni paranormali (ghost hunters e simili) sono diventati ormai così importanti da poter essere calcolati in termini economici. Ma si tratta di un eccesso di irrazionalismo più che della rinascita di una vera e propria coscienza religiosa.
Cambio di vita
Oggi definiamo nuovi movimenti religiosi quei fenomeni sorti negli ultimi decenni, estranei alla cultura in cui si manifestano e difficili da classificare perché hanno dottrine e origini molto eterogenee. Questi fenomeni suscitano interesse nelle nuove generazioni scolarizzate ed è possibile trovare adepti tra chi non è alla ricerca di una forte identità perché non si tratta di forme eccessivamente rigorose nelle loro richieste di adesione. Così è possibile aderire in modo univoco e totalizzante, ma anche vivere una doppia o plurima appartenenza e passare da questo a quel movimento. È persino possibile seguirle in modo del tutto inconsapevole.
Al centro del vissuto è posta la ricerca dell’esperienza da raggiungere con una tecnica di meditazione, un cambio di abitudini come una dieta (in cui si eliminano determinati alimenti, come la carne, il latte e derivati, e l’alcool), norme igieniche (docce ripetute, uso o non uso di tabacco, dormire per terra, esercizi ginnici) o una cura estetica (rasarsi i capelli, tingerli o non tingerli, farli crescere; ricorrere a piercing o tatuaggi; indossare un particolare vestito o colore).
Chi entra in questi gruppi può usufruire di una rete di supporto molto stretta e intima: le amicizie si trasformano in comunità strette e ciò può rivelarsi pienamente appagante. Tuttavia qualora l’individuo decidesse di uscire dal gruppo, sarebbe abbandonato e vivrebbe un periodo in piena solitudine. Di solito i gruppi pretendono di essere universalistici alcuni anche sincretistici. Ambizione dichiarata in qualche caso è proprio il raggiungimento di una religione che le comprenda tutte.
Alla ricerca di una società nuova
Il messaggio più evidente di questi contesti religiosi è la promessa o piuttosto l’ideale di realizzare qui, ora, sulla terra una società modello in cui si amministri il diritto e la giustizia. Pur tuttavia quasi nessuno si dedica all’azione politica e sociale perché vige la convinzione diffusa che a tale stadio si possa giungere soltanto attraverso la maturazione spirituale dell’individuo.
La spiritualità New Age è magmatica e dilagante e difficilmente controllabile come il mondo culturale post-moderno. Questa particolare sensibilità si è fatta sentire nel cinema, nella musica, nella letteratura, nell’arte in un orizzonte geografico che va dalla Nigeria al Canada, dalle Filippine agli USA, dall’Europa al Brasile e poi ancora al Sud Africa. Possiamo analizzare questo fenomeno a partire da alcuni approcci.
• Folclorico-popolare: si tratta di ambienti attratti dall’astrologia, dalla cartomanzia, dalla pranoterapia, dall’energia delle piramidi e dei cristalli frequentano gli studi di maghi, cartomanti, veggenti e fattucchieri e con tutti i mezzi si cerca il contatto col mondo dei defunti.
• Esoterico-occultistico: deriva dalla teosofia di Helena Blavatsky. Questi ambienti tentano di praticare il channeling e cioè la comunicazione con un defunto servendosi di un medium. Parole d’ordine sono la comunicazione con i defunti, le sedute spiritiche, i messaggi, le guide spirituali o angeliche, la reincarnazione, i miracoli.
• Contestazione della cultura occidentale di tipo razionale: in questi ambienti si critica tutto ciò che viene dalla scienza e dalla tecnica e si propugna una visione olistica del mondo. La visione di Dio proposta vuole essere più libera, meno legata a conoscenze o a dogmi e più liberante. È convinzione profonda che la materia sia composta di energia intelligente.