La missione della Chiesa
Dal Nuovo Testamento sappiamo che la volontà di Dio è da sempre quella di far sì che tutti gli uomini si salvino (cf. Prima lettera a Timoteo 2,3-4) e il concilio Vaticano II nella Gaudium et spes 22 ci ricorda che la salvezza non è limitata ai cristiani, ma è voluta e rivolta a tutti gli uomini di buona volontà ed è meritata agli uomini dal mistero pasquale di Gesù Cristo. In tutti gli uomini, anche se in modo invisibile, e secondo modalità note solo a Dio, lavora la grazia. Tuttavia, anche se la grazia di Dio raggiunge ogni uomo, i cristiani devono fare tutto quanto è possibile per far conoscere il messaggio del Vangelo a tutti gli uomini: è l’opera missionaria della Chiesa (cf. Ad gentes n. 7).
Cristo unico mediatore
Secondo i cristiani, l’unico mediatore della salvezza è Gesù Cristo. La salvezza comunicata da questa mediazione non può essere sostituita con quella di altre figure di personaggi per quanto umanamente importanti: «Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (Prima lettera a Timoteo 2,5-6). Importante è anche quanto detto nel Vangelo di Giovanni «Io sono la via, la verità e la vita...» (Giovanni 14,5ss). Gesù non è presentato dalla Chiesa cattolica solo come un uomo buono, credibile, moralmente integro che è stato capace di rimanere fedele a se stesso e al Padre, che è morto in croce per gli uomini. La superiorità di Gesù non dipende soltanto dalla grandezza e perfezione della sua umanità, ma dal fatto di essere Dio.
La necessità della fede e della Chiesa
Come possiamo leggere nei documenti del concilio Vaticano II (cf. Lumen gentium n. 1; Ad gentes nn. 7, 14, 15, 16) la Chiesa è il segno e lo strumento che gli uomini hanno per poter entrare in relazione con Dio. È infatti attraverso la Chiesa che gli uomini vengono a conoscere il Vangelo e hanno la possibilità di aderirvi e di ricevere il Battesimo.
Secondo la Chiesa cattolica, per essere salvi vi è la necessità della fede e dell’opera della Chiesa.
Tutti gli uomini hanno la possibilità di raggiungere la salvezza secondo vie che Dio conosce, tuttavia quella del Battesimo e dell’entrata all’interno della Chiesa è la via prevista come privilegiata.
Se infatti la Chiesa ricorda che vi è la necessità del Battesimo, dall’altra si afferma con forza che nessun uomo è abbandonato da Cristo. Ogni uomo è libero davanti a Dio. Se perciò qualcuno sa che è necessaria la fede ed è indispensabile appartenere alla Chiesa per salvarsi e rifiuta tale possibilità, di fatto respinge l’opportunità di salvezza che Dio ha dato agli uomini. Al contrario gli uomini che non hanno potuto aderire al Vangelo e non sono entrati nella Chiesa senza loro responsabilità, questi devono potersi salvare.
Il Concilio Vaticano II
I cristiani credono che Dio abbia una generosità illimitata e in- condizionata, e abbia come unico desiderio quello di salvare tutti, non trascurando nessuno, né facendo «preferenza di per- sone» (Atti degli apostoli 10,34-35; cf. Lettera ai Romani 2,11; Lettera agli Efesini 6,9, Prima lettera di Pietro 1,17). È il documento conciliare Nostra aetate che esamina il problema e lo ancora all’idea di fondo dell’unità del genere umano. Tuttavia all’interno dell’umanità vi sono molte religioni.
Riguardo all’induismo, il documento dice: «Nell’induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la fecondità inesauribile dei miti e con gli sforzi penetranti della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione, sia con le forme della vita ascetica, sia con la meditazione profonda, sia con il rifugiarsi in Dio, con amore e confidenza»
(Nostra aetate, 2). Sull’Islam il documento afferma: «La Chiesa guarda anche con stima i musulmani, che adorano il Dio unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, Creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini»
(Nostra aetate, 3).