La multiculturalità
La religione: una scelta tra tante nella società pluralista
Ogni giorno sentiamo parlare di società pluralista, come se questa fosse, di fatto, una realtà consolidata: tuttavia la nostra non lo è ancora, anche se si sta muovendo verso questo traguardo perché è necessario ricordare che il pluralismo, l’essere plurali, è un valore e non un disvalore.
Oggi vi sono agenzie educative diverse da cui hanno origine le disparate VISIONI DEL MONDO che si inseriscono nella società e cultura e che tendono a influenzarla.
Il «mercato religioso» ci offre prodotti vecchi (le religioni tradizionali del territorio) e nuovi (le religioni che, pur essendo molto antiche, da poco si sono affacciate sulla scena culturale italiana ed europea, e le nuove religioni e sette). Tutti questi prodotti mostrano rispettivamente caratteri vecchi, nuovi, vari, ma anche molto ambigui. Sovente la fede cristiana viene considerata esclusivamente come uno dei tanti prodotti in commercio. A volte pare che il cristianesimo sia in concorrenza con tutte le altre tradizioni religiose.
La fede cristiana ha perso socialmente il monopolio culturale che la rendeva indispensabile agli occhi di uomini e donne. Quando si parla di pluralismo tuttavia non si può soltanto fare riferimento alle molte possibilità che oggi vengono offerte all’individuo, ma si deve anche accennare a un certo livello di confusione che si ingenera davanti alla multiforme offerta e che conduce al non sapere più che cosa scegliere. La perplessità si ingenera soprattutto quando alla verifica, le varie offerte sembrano essere tutte ugualmente plausibili, senza nessun guizzo particolarmente significativo per offrire motivazioni personali dell’esistenza.
Una scelta per orientarsi
In un contesto interculturale l’individuo compie una scelta religiosa anche per essere in grado di orientarsi nel mondo complesso che lo stesso pluralismo religioso concorre a determinare. Valutare le credenze delle varie religioni presenti sul territorio senza tener conto del contesto sarebbe perlomeno limitante. Il contesto pluriculturale e plurireligioso si trasforma generalmente in un’arena all’interno della quale si fronteggiano le varie scelte religiose. Tra le varie confessioni religiose possono esserci anche vere e proprie guerre, ma nel caso migliore si determina una più o meno accesa concorrenza. Oggetto di tale competizione sono le soluzioni alla formazione della visione del mondo che le religioni offrono agli individui.
Molti permangono in una situazione permanente di perplessità perché incapaci di trovare il modo per esprimersi e di pronunziarsi, totalmente smarriti davanti alla moltitudine delle offerte che il «mercato del sacro» e del religioso offre loro. Così essi sperimentano come l’eccesso di offerta equivalga alla mancanza totale di questa.
Il valore del pluralismo
Tuttavia il pluralismo, come abbiamo posto in evidenza, è un valore e la sua positività deriva dalla libertà religiosa a cui si accompagna. In un mondo che sempre di più anela alla libertà, la religione e il fatto religioso appaiono come il campo in cui per primo la libertà è fatta valere. Purtroppo sono ancora molte le realtà politiche e culturali in cui questa dimensione della persona è semplicemente negata. Oggi, almeno in Occidente, si apre la possibilità per tutti di porsi davanti alla scelta religiosa esercitando liberamente un diritto.