Clicca sulle parole evidenziate per accedere alle schede di approfondimento.
Se osservate bene queste foto potete cogliere quali sono state le conseguenze sociali della teoria dell’evoluzione di Darwin portate nel campo delle scienze sociali. Secondo la teoria dell’evoluzionismo delle specie sopravvivo alla selezione naturale solo i soggetti più forti, mentre tutti gli altri sono destinati a soccombere. La teoria portata in campo sociale vorrebbe che anche tra gli uomini ci siano individui più deboli che sono sottomessi da quelli più forti. Accettato questo è facile ritenere anche che ci siano razze umane poste non tutte sullo stesso piano. I bianchi si sono ritenuti più evoluti, superiori a tutte le altre popolazioni della terra. Ad essi, secondo questa distorta lettura della realtà toccava in sorte il diritto-dovere di civilizzare tutti gli altri popoli. Come ognuno può vedere, queste – che sono di fatto teorie razziste – non si poggiano su alcun fondamento scientifico. Tuttavia i bianchi, nascondendosi dietro questa presunta civilizzazione, riuscirono a tenere in soggezione interi continenti sfruttandoli nelle loro risorse.
Il mito del “selvaggio” nasce tra la fine del Quindicesimo e l’inizio del Sedicesimo. L’Occidente è colpito dalla diversità dell’aspetto di gruppi umani provenienti dall’Asia, dall’Africa e dall’Oceania. I mercanti fiutano immediatamente l’affare e trasportano questi esseri umani all’interno delle corti europee: essi diventano i nuovi trastulli di principi, principesse e re. Spesso essi hanno il compito di condurre elefanti e giraffe, tuttavia alla fine sono proprio loro ad essere messi in mostra. Nel 1550 gli indiani della tribù Tupinamba erano mostrati ad Enrico II. Grazie a questo successo gli esseri umani provenienti dai nuovi mondi e dalle colonie vennero messi in mostra nelle fiere, nei circhi, mostrati senza pudore alle Esposizioni universali e coloniali (gli zulù a Londra, gli aborigeni a Parigi).
Il fardello dell’uomo bianco
Raccogli il fardello dell’uomo bianco
Disperdi il fiore della tua progenie
Obbliga i tuoi figli all’esilio
Per servire le necessità dei tuoi prigionieri,
Per vegliare pesantemente bardati
Su gente inquieta e selvaggia
Popoli da poco sottomessi, riottosi,
Metà demoni e metà bambini.
(Adolf Hitler, Mein Kampf. In: A. Steiner - C. Grignolo, Il tempo e lo spazio, Paravia 2014)
Discorso sulle razze
Esistono razze elette e superiori, destinate a comandare, e razze spregevoli e inferiori destinate a servire. Non si può parlare né di uguaglianza né di fraternità tra gli uomini; tali idee sono inaccettabili perché contro natura. È giusto invece che certi individui e certe razze – quelle superiori – si impongano sugli altri e li costringano ad obbedire. E poiché i tedeschi eccellono su tutte le razze, essi hanno il dovere e il diritto di guidare il mondo.
(Adolf Hitler, Mein Kampf. In: A. Steiner - C. Grignolo, Il tempo e lo spazio, Paravia 2014)
Il manifesto degli scienziati razzisti
Apparso sulla prima pagina de “Il giornale d’Italia” il 14 luglio 1938 e il 1° agosto sul primo numero de “La difesa della razza”, il contenuto delirante di questo documento «dimostra scientificamente» che esistono diverse razze umane a partire da elementi “biologici” e “spirituali”.
1. “Le razze umane esistono. L’esistenza delle razze umane non è già un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata dalle masse, quasi sempre importanti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze superiori op inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti…..(…).
3. Il concetto di razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. (…).
4. La popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco rimasto della civiltà delle genti pre-ariane. L’origine degli Italiani attuali porta essenzialmente elementi di quelle stesse razze che costituiscono il tessuto permanentemente vivo dell’Europa.
5. È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l’invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. (…). I quarantaquattro milioni d’Italiani di oggi rimontano quindi nell’assoluta maggioranza a famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio.
6. Esiste ormai una pura “razza italiana”. (…). Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
7. È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di cista puramente biologico. (…).
9. Gli ebrei non appartengono alla razza italiana. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra patria nulla in generale è rimasto. Anche l’occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all’infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.ù10. I crateri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo. L’unione è ammissibile solo nell’ambito delle razze europee. (…). Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani”.
I have a dream
Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza. (…) Io ho un sogno, che i miei quattro piccoli figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per la qualità del loro carattere. Io ho un sogno, oggi! (…) e se l’America è una grande nazione, questo dovrà diventare realtà.
(Martin Luther King, Discorso, 28 Agosto 1963, Washington, in: Vita e discorsi di Martin Luther King, 1929-1968)
Qui è possibile ascoltare l'audio integrale del discorso di Martin Luther King e leggere il testo originale.
Il Patto
«Quando mai un patto, cui i bianchi abbiano tenuto fede, è stato infranto dai pellerossa? Mai una volta. Quando mai gli uomini bianchi han tenuto fede a un patto concluso con noi pellerossa? Mai una volta. Quand’ero ragazzo, i Sioux erano padroni del mondo. Il sole si levava e tramontava sulle loro terre. Essi potevano schierare in campo diecimila cavalieri. Dove sono oggi quei guerrieri? Chi li ha trucidati? Dove sono le nostre terre? Chi le possiede? Chi, degli uomini bianchi può dire che gli ho rubato la sua terra o un centesimo del suo denaro? Pure, dicono che io sono un ladro. Quale donna bianca, per quanto sola fu mai oltraggiata da me? Pure dicono che io sono un indiano cattivo. […] Sono io perfido perché la mia pelle è rossa, perché sono pronto a morire per il mio popolo e la mia terra? […]
L’uomo bianco ha invaso la mia terra e mi ha perseguito. L’uomo bianco mi ha costretto a combattere per i miei territori di caccia. L’uomo bianco m’ha costretto a ucciderlo, per evitare che lui uccidesse i miei amici, le mie donne, i miei bambini. Noi tutti abbiamo duramente combattuto. Non sapevamo nemmeno chi fosse Custer. Alla battaglia non hanno partecipato tutti gli indiani che gli uomini bianchi dicono. Non ce n’erano più di diecimila.[…] Io non ho fatto che difendere il mio accampamento. Per noi era necessario semplicemente uccidere un numero bastante di nemici»
(Sul sentiero di guerra. Testimonianza sugli Indiani d’America, a cura di C. Hamilton, Feltrinelli, Milano 1956)
Religione e cittadinanza
Art. 3 della Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Il diario di Anna Frank
Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità.
(Anna Frank, Diario, Mondadori, Milano 1966)
Il diario di Hetty Hillesum
Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l'unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d'eternità che ci portiamo dentro può esser espresso in una parola come in dieci volumi. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell'anno del Signore 1942, l'ennesimo anno di guerra.