I dati della storia
Le testimonianze su Gesù
Le fonti non cristiane segnalano l’esistenza storica di Gesù: si tratta di testimonianze scarse che riguardano non lui direttamente, ma i cristiani.
Leggiamo che cosa dice in proposito lo storico ebreo Flavio Giuseppe nella sua opera intitolata Antichità giudaiche e risalente al I secolo d.C.:
Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio (se pure bisogna chiamarlo uomo): era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, e attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei Greci. (Questi era il Cristo). E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. (Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo), avendo già annunziato ai divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati cristiani.
Siamo in possesso anche di altre testimonianze:
• Svetonio nella Vita di Claudio, un testo composto all’inizio del II secolo d.C., così scrive:
…espulse da Roma i Giudei i quali, ad impulso di Cresto facevano tumulto.
• Tacito, negli Annali, testo risalente al 117 d.C., scrive:
...presentò come colpevoli e colpì con supplizi raffinatissimi coloro che il volgo, odiandoli per i loro delitti chiamava cristiani. L’autore di queste denominazione, Cristo, sotto l’impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato.
Le fonti giudaiche
Nei Midrashim Tannaitici e nella Mishnah non abbiamo testimonianze su Gesù: l’argomento era, per chi scriveva, del tutto insignificante.
All’interno del Talmud, e precisamente nel trattato Sanhedrin, invece, si parla di Gesù in questi termini:
Gesù fu appeso la vigilia della Pasqua. Quaranta giorni prima l’araldo aveva gridato: «Lo si sta conducendo fuori perché sia lapidato, perché ha praticato la stregoneria e condotto Israele fuori strada trascinandolo all’apostasia. Chiunque abbia qualcosa da dire a sua difesa, venga e lo dichiari». Dato che nulla fu trovato a sua difesa, egli fu appeso la vigilia della Pasqua.
All’interno della tradizione rabbinica progressivamente Gesù assume l’immagine di un mago e di un imbroglione. Tuttavia per gli studiosi alcuni dettagli contenuti in questi documenti non hanno valore storico e hanno invece una funzione polemica nel contesto del giudaismo. Non dobbiamo ignorare il fatto che Gesù non è stato accettato dall’ebraismo quale Messia atteso.
Le fonti cristiane
Le altre fonti in nostro possesso sono di origine cristiana. Gesù venne indicato dalle prime comunità sorte attorno ai discepoli come Messia, Figlio di Dio, Signore presente e vivo (cf. Prima lettera ai Tessalonicesi databile tra il 50 e il 51 d.C.).
La fede cristiana afferma che il Figlio di Dio entrò con la sua incarnazione all’interno della storia e scelse di abitare tra gli uomini. Rilevante è la costatazione che gli autori dei Vangeli hanno voluto parlare di Gesù per mezzo di racconti e di storia. Ma i Vangeli sono fonti attendibili?
Il Gesù storico
I Vangeli non sono la biografia di Gesù. Gli evangelisti per mettere mano alla loro opera hanno attinto alle tradizioni orali, ai racconti dei testimoni oculari e alle fonti scritte. Tuttavia essi non sembrano nutrire alcun interesse per la cronologia. Secondo i Vangeli sinottici, l’esperienza di Gesù si conclude nel giro di un anno. Leggendo il Vangelo di Marco addirittura si ha l’impressione che tutta la vicenda si decida nel giro di qualche settimana. Giovanni invece parla di tre Pasque e, dunque, il racconto potrebbe estendersi all’interno di un orizzonte temporale ben più esteso.
Anche se non esiste una biografia di Gesù, i ricercatori concordano nel collocare la sua nascita verso l’anno 6 o 7 a.C. e fanno iniziare il suo ministero tra il 27 e il 28 d.C. Un errore di calcolo di Dionigi il Piccolo (VI secolo) fece coincidere la nascita di Gesù col 753° o 754° anno dalla fondazione di Roma. Altri studiosi hanno cercato di datarne meglio la nascita a partire dalla morte di Erode avvenuta a Gerico nel 4 a.C.
Pare che Gesù sia morto nell’anno 30 d.C., ma, mentre stando alla ricostruzione dei Sinottici il suo decesso sarebbe avvenuto un venerdì, quando la festa di Pasqua era appena iniziata, Giovanni fa coincidere quel venerdì con la vigilia del 14° giorno di Nissan. Dunque, seguendo la prospettiva giovannea quel venerdì potrebbe essere stato il 7 aprile dell’anno 30.
Gesù l’ebreo
Gesù nasce da Maria, una giovane donna ebrea (poteva avere tra i 15 e i 17 anni) che secondo il Vangelo di Luca aveva parenti appartenenti alla classe sacerdotale.
Giuseppe, il padre adottivo di Gesù, apparteneva alla casa di Davide. Giuseppe era un carpentiere che doveva avere allora circa 25 anni. Di lui si parla solo nei Vangeli dell’infanzia.
Secondo i Vangeli Gesù nacque a Betlemme, venne presentato al Tempio e circonciso l’ottavo giorno, così come prescriveva la Legge. Compiuti i dodici anni, Gesù si recò a Gerusalemme per la Pasqua, ma poiché non fece ritorno con la carovana, i genitori, credendolo perduto, furono costretti a ritornare a Gerusalemme, dove lo trovarono che discuteva con i dottori del Tempio.
Infine sappiamo che Gesù non era un sacerdote e non era sposato.
Il ministero di Gesù
Secondo l’evangelista Luca, il ministero di Gesù ebbe inizio nel quindicesimo anno dell’impero di Tiberio, cioè tra il 27 e il 28 d.C. Gesù doveva aveva come minimo 32 anni e, come massimo, 35, perciò il dato tradizionale, secondo il quale si tramanda che Gesù avesse circa trent’anni quando diede inizio al suo ministero, può essere considerato verosimile.
Gesù pregò in sinagoga e al Tempio e celebrò le feste religiose ebraiche insieme ai suoi discepoli.
Nato in una cultura israelita ed educato nella fede dei padri, tuttavia egli non si adeguò supinamente alle consuetudini, ma con le parole e con il comportamento ne diede un’interpretazione diversa:
• guarì in giorno di sabato, quando il riposo era obbligatorio e non si poteva praticare alcun lavoro (Luca 13,10-17; 6,6-11; 14,1-6);
• mangiò con peccatori e pubblicani (esattori delle imposte) (Matteo 9,10-13);
• perdonò peccatori e peccatrici (Luca 7,36-39);
• nel suo seguito accolse anche alcune donne (Luca 8,1-3);
• criticò apertamente la legge che regolava la purità e l’impurità (Luca 11,37-52).
Gesù entrò in contatto con Giovanni Battista, il quale, secondo le fonti evangeliche, annunciava agli uomini la necessità del pentimento per il regno di Dio prossimo a venire.
Gesù predicò quasi sempre in Galilea e, molto probabilmente, il suo ministero durò circa tre anni.
Gesù e la cultura del tempo
Secondo alcuni studiosi, Gesù può essere considerato vicino alla sensibilità dei farisei, soprattutto a proposito di temi come l’amore per il prossimo, la risurrezione dei morti, il giudizio ultimo, la provvidenza di Dio. Rifiutava quasi del tutto, invece, le posizioni politiche e religiose dei sadducei, che, ad esempio, non accettavano l’idea della risurrezione dei morti.
Qualche studioso ha avanzato l’ipotesi che Gesù fosse un esseno, ma la critica attuale non conferma quest’ipotesi. Del resto, come si può ricavare dal racconto dei Vangeli, non solo
Gesù non era interessato al perfetto adempimento delle osservanze rituali, ma non aveva alcuna intenzione di separarsi dal popolo, come invece fecero gli esseni, per raggiungere e mantenere la purità rituale. Gesù camminava tra la gente e incontrava soprattutto poveri e peccatori. Egli non ebbe mai paura di contaminarsi guarendo paralitici, ciechi e lebbrosi, parlando con le donne, anche se emorroisse, o incontrando adultere e prostitute.
Chi giunse a intravedere in Gesù qualcosa di più del Maestro di Nazaret molto verosimilmente venne mosso da curiosità mista a stupore per il rapporto stesso che Gesù mostrava di avere con Dio.
Gesù parla e agisce con un’autorità ben diversa da quella di tutti gli altri uomini. Tuttavia questo potere parve venire smentito nel momento in cui egli venne arrestato, giudicato, percosso, crocifisso e messo a morte. A questi eventi, secondo le testimonianze evangeliche, seguì la risurrezione.
Oggi la critica è concorde nell’affermare che i Vangeli vennero composti all’interno della Chiesa a partire dall’evento della risurrezione e con l’intenzione di alimentare la fede in Gesù Figlio di Dio.