04. Accogliere la vita
Indice sezione 11L'amore che si fa accoglienza
Papa Francesco sull'aborto
«Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a "modernizzazioni". Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana.
Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l'aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose?».
Papa Francesco, esortazione apostolica Evangelii gaudium (26 novembre 2013)
L'origine della vita è frutto del caso?
Sono molti gli scienziati che rifiutano di ricorrere al caso per spiegare l’origine della vita sulla terra.
Pierre-Paul Grassé, studioso del mondo animale, dichiarava: «Se sono tornato alla fede lo devo alla scienza… Il caso non può essere una spiegazione. Esso è materialmente impossibile… Il processo evolutivo non si sviluppa affatto nel disordine. Se introducete il disordine in un organismo, ne vedrete le conseguenze: la morte… Ripeto: la vita è il trionfo dell’ordine».
J. Eccles (1903-1997), premio Nobel per la fisiologia e la medicina, per dimostrare che il caso non poteva essere all’origine di organismi ordinati dotati di vita faceva questo esempio: «Supponiamo l’esistenza di un magazzino immenso di pezzi aeronautici, tutti nelle loro casse o sugli scaffali. Un edificio enorme, mettiamo di mille chilometri per lato. Arriva un ciclone che, per centomila anni, fa roteare e scontrare tra loro quei pezzi. Quando finalmente si placa, dove c’era il magazzino c’è una serie di quadrimotori già con eliche che girano… Ecco, stando alla scienza, le probabilità che il caso abbia creato la vita sono più o meno quelle di questo esempio».
L’idea comune a questi due scienziati è ben riassunta dal teologo A. Ganoczy, secondo il quale perché sul pianeta Terra sorgesse la vita sono stati «necessari dei presupposti che nell’universo si verificano molto raramente e che ancor più raramente si combinano tra loro. Fra i diversi tipi di galassie bisognava che ce ne fosse una di tipo spiroidale – peraltro alquanto rara – la sola a rendere possibile l’organizzazione delle stelle e degli elementi pesanti, indispensabili all’evoluzione cosmica. All’interno di detta galassia bisognava poi che ci fosse almeno un sole, attorno al quale i vari pianeti avrebbero potuto ruotare. Alcuni di questi poi, forse soltanto il più minuscolo, avrebbe dovuto raffreddarsi al punto giusto, perché temperature troppo elevate o troppo basse non avrebbero permesso di progredire di un passo verso la vita… Infine, doveva esserci idrogeno a sufficienza, perché senza idrogeno non si formano cellule in grado di riprodursi. Come si vede, si tratta di un’evoluzione della materia cosmica che presuppone tutta una serie di coincidenze, diremmo di “combinazioni ingegnose”».
Accogliere nella vita di ogni giorno
Lo straniero nella Bibbia
Che cosa ci trattiene?
Io sono di là e anche di qua
«È crudele respingere persone che fuggono dalla fame e dalle guerre, rimandarle verso Paesi che non rispettano i diritti umani o dove è impossibile costruirsi un'esistenza dignitosa. Rifiutare la mano a chi ce la porge non è solo negare la sua umanità, ma anche la nostra. Sono norme discriminatorie quelle che, invece di perseguire i crimini, si accaniscono contro le persone, rendono reato la semplice condizione di "straniero". Eppure, la Bibbia - e la nostra storia - ci ricordano che noi stessi a lungo lo siamo stati. Si tratta di misure inutili e dannose. Non scoraggiano chi è disperato, che partirà comunque. Non giovano alla sicurezza perché, costringendo la gente a nascondersi, aumentano la povertà e l'emarginazione, rendono le persone più fragili di fronte allo sfruttamento e ai ricatti. Da questo nasce l'illegalità, quindi l'insicurezza. Se messi in condizione di contribuire al benessere della comunità che li accoglie, i migranti si rivelano sempre risorse preziose».
Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera
La difficoltà dell'accoglienza
Dov'è tuo fratello?
Foto tratte da: http://ilmurointesta.wordpress.com