San Francesco dona il mantello a un povero: “Quando il beato Francesco si incontrò con un cavaliere, nobile ma povero e malvestito, dalla cui indigenza mosso a compassione per affettuosa pietà, quello subito spogliatosi, rivestì”.
Sogno delle armi: “La notte seguente, essendosi il beato Francesco assopito, vide un palazzo splendido e grande con armi guerresche fregiate del segno della croce di Cristo; e chiedendo di chi fossero, da una voce celeste gli fu risposto che esse sarebbero divenute tutte sue e dei suoi soldati”.
Preghiera in San Damiano: “Pregando il beato Francesco dinanzi all'immagine del Crocifisso, dalla croce venne una voce che disse tre volte: ‘Francesco, va', ripara la mia chiesa che tutta si distrugge’, con ciò alludendo alla Chiesa di Roma”.
San Francesco rinuncia ai beni terreni: “Quando restituì al padre ogni cosa e, deposte le vesti, rinunciò ai beni paterni e temporali, dicendo: ‘Di qui in avanti posso dire con certezza: - Padre nostro che sei nei cieli - , poiché Pietro di Bernardone m'ha ripudiato’”.
Sogno di Innocenzo III: “Come il papa vedeva la basilica lateranense esser già prossima alla rovina; la quale era sostenuta da un poverello (si intende il beato Francesco), mettendole sotto il proprio dosso perché non cadesse”.
Innocenzo III conferma la Regola francescana: “Quando il papa approvò la Regola e diede mandato di predicare la penitenza, e ai frati, che avevano accompagnato il santo, fece fare corone, perché predicassero il verbo di Dio”.
Cacciata dei diavoli da Arezzo: “Quando il beato Francesco vide sopra la città di Arezzo i demoni esultanti e al suo compagno disse: ‘Va', e in nome di Dio scaccia i diavoli, così come dal Signore stesso ti è stato ordinato, gridando da fuori della porta’; e come quello obbedendo gridò, i demoni fuggirono e subito pace fu fatta”.
San Francesco davanti al Sultano: “Quando il beato Francesco per la fede in Cristo volle entrare in un grande fuoco coi sacerdoti del Sultano, ma nessuno di loro volle entrare con lui, e subito tutti fuggirono dalla sua vista”.
San Francesco davanti al Sultano: “Quando il beato Francesco per la fede in Cristo volle entrare in un grande fuoco coi sacerdoti del Sultano, ma nessuno di loro volle entrare con lui, e subito tutti fuggirono dalla sua vista”.
Presepe di Greccio: “Come il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe, che si portasse il fieno, che si conducessero il bue e l'asino; e predicò sulla natività del Re povero; e, mentre il santo uomo teneva la sua orazione, un cavaliere scorse il (vero) Gesù Bambino in luogo di quello che il santo aveva portato”.
Predica agli uccelli: “Andando il beato Francesco verso Bevagna, predicò a molti uccelli; e quelli esultanti stendevano i colli, protendevano le ali, aprivano i becchi, gli toccavano la tunica; e tutto ciò vedevano i compagni in attesa di lui sulla via”.
Predica davanti ad Onorio III: “Quando il beato Francesco, al cospetto del santo papa e dei cardinali, predicò con tale devozione e tale efficacia da apparire chiaramente come egli parlasse non con dotte parole d'umana sapienza, ma per divina ispirazione”.
San Francesco appare al Capitolo di Arles: “Predicando il beato Antonio in capitolo ad Arles sul titolo della Croce, il beato Francesco, benché corporalmente assente, apparve; e stese le mani, benedisse i frati, così come poté vedere il frate Monaldo; e gli altri frati ne ebbero una grande consolazione”.
San Francesco riceve le stimmate: “Pregando il beato Francesco sul fianco del monte della Verna, vide Cristo in aspetto di serafino crocefisso; il quale gl'impresse nelle mani e nei piedi e anche nel fianco destro le stimmate della Croce dello stesso Signore Nostro Gesù Cristo”.
Morte di San Francesco: “Come, nel momento del trapasso del beato Francesco, un frate vide l'anima sua salire al cielo sotto forma di stella fulgidissima”.
Visioni di frate Agostino e del vescovo di Assisi: “Il ministro, in Terra di Lavoro, infermo e presso alla fine e già da tempo avendo perduto la loquela, gridò e disse: ‘Aspettami, padre, vengo teco’; e subito spirato, seguì il santo padre. Oltre a ciò, essendo il vescovo sopra il monte di San Michele arcangelo, vide il beato Francesco che gli diceva: ‘Ecco che salgo in cielo’; e in tale ora fu così trovato”.
Girolamo esamina le stimmate: “Nella Porziuncola giacendo morto il beato Francesco, messer Geronimo, celebre dottore e letterato, moveva i chiodi, e le mani, i piedi, il costato del santo con le proprie mani frugava”.
Saluto di santa Chiara e delle sue compagne a san Francesco: “Le turbe che erano convenute, trasportando verso la città d'Assisi con rami d'alberi e moltitudine di ceri accesi il sacro corpo fregiato delle celesti gemme, lo presentarono alla vista della beata Clara e delle sacre vergini”.
Canonizzazione di san Francesco: “Quando il santo papa venendo in persona alla città di Assisi, diligentemente esaminati i miracoli, per consiglio dei frati suoi canonizzò il beato Francesco e l'iscrisse nel novero dei santi”.
San Francesco appare a Gregorio IX: “Dubitando alquanto il santo papa Gregorio della piaga del costato, gli disse in sogno il beato Francesco: ‘Dammi una fiala vuota’. E, come gliela diede, la si vide riempire dal sangue del costato”.