La pratica di seppellire i defunti è molto antica e varia da cultura a cultura.
La conservazione del corpo morto non è per altro ancora oggi condivisa ovunque (si pensi alla cremazione, e alla successiva conservazione o dispersione delle ceneri). Quello che qui interessa però è il “contesto”, le modalità con le quali si cerca di rappresentare un “passaggio” dove la morte è il tramite, si può dire, tra la vita vissuta fino a quel momento e uno stato, un luogo e un tempo successivo. Alcune civiltà, come la nostra, hanno interpretato questo fatto con una forza materiale monumentale (monumentum = dal latino “mònere”, ricordare, far sapere) significativa, potente, e in un certo senso “eterna” (ad esempio le Piramidi). Perché la tomba, se da un lato ha lo scopo funzionale di contenere il corpo, dall’altro rappresenta una simbolizzazione del passaggio alla vita dell’aldilà, quasi una via d’accesso, una porta che si apre.
Tomba in un giardino, ritenuto il luogo dell’apparizione del Risorto a Maria Maddalena, Gerusalemme, I sec.
Necropoli composta da sei tombe molto particolari, scavate nel granito, alcune delle quali sono composte da più celle fra loro comunicanti.
Si tratta di un complesso di templi funerari egizi situato sulla riva occidentale del Nilo di fronte alla città di Luxor. Punto centrale di questo edificio è una struttura colonnata composta da una serie di terrazze che un tempo erano decorate da giardini ornati con le piante di incenso.
La Necropoli della Banditaccia è la più importante necropoli etrusca, e comprende anche tombe a pozzo per la sepoltura delle ceneri dei defunti entro urne e tombe a fossa per inumati.
Con i suoi 4.500 metri quadrati di estensione è una delle più grandi tombe private dell'Egitto antico, dove i quattro livelli sotterranei raggiungono la profondità di ben 25 metri.
A partire dalla fine del Nuovo Regno, nell’XI secolo a.C., gli egizi avevano cominciato a seppellire i propri morti in gallerie scavate nella roccia prive di decorazione.
In questa località si trovavano quattro tombe dei grandi re dei Persiani, tra i quali Dario I. Sono tutte a notevole altezza dal suolo e sono conosciute come le “quattro croci persiane”, per la forma della loro facciata. L’ingresso di ogni tomba è al centro di una croce, che si apre su di una piccola camera, dove il re giaceva in un sarcofago.
Durante l’occupazione romana sotto Adriano (quando il rito dell’inumazione subentra, in genere, a quello dell’incinerazione) la provincia dell’Attica divenne famosa per la straordinaria produzione di sarcofagi. Nei rilievi sono presenti soprattutto temi mitologici e figure divine.
Le catacombe di San Callisto sorsero verso la metà del II secolo e sono tra le più grandi e importanti di Roma. In esse trovarono sepoltura decine di martiri, 16 pontefici e moltissimi cristiani. Prendono nome dal diacono Callisto, che, all’inizio del III secolo, fu preposto da Papa Zefirino all’amministrazione del cimitero e così le catacombe di San Callisto divennero il cimitero ufficiale della Chiesa di Roma.
Il vecchio cimitero ebraico di Praga è uno dei più celebri cimiteri ebraici in Europa.
È stato per oltre 300 anni l’unico luogo dove gli ebrei di Praga potevano seppellire i loro morti. Le dimensioni attuali sono all'incirca quelle medievali e nel tempo si è sopperito alla mancanza di spazio sovrapponendo le tombe, perché il cimitero non poteva espandersi fuori dal perimetro esistente.
È una cappella rinascimentale in Firenze, nella chiesa di San Miniato al Monte. Si noti la tomba posta all’interno di una scena delimitata da una tenda come un sipario, come un “tableau vivant”, cioè una scena animata che prende forma come se le cortine delle tende che la incorniciano fossero appena state dischiuse: la morte non interrompe la vita.
Si noti come l’aspetto occidentale di alcune tombe si inserisca accanto a costruzioni più in stile.
È la sede del più famoso cimitero americano della seconda guerra mondiale in Europa, dove riposano 9387 caduti nello sbarco.
Il cimitero moderno di Kyoto con le tipiche costruzioni tombali giapponesi una accanto all’altra come in un labirinto intricato.