Tema 1 - Chi sono io?Dove vogliamo arrivare?L’obiettivo finale che vogliamo raggiungere è quello di riflettere e approfondire insieme tutte quelle domande che ogni giovane si è posto qualche volta e che hanno a che fare con le paure, le ansie e le speranze più profonde. Avremo modo di confrontarci seriamente anche sui modi sbagliati di affrontare la vita, così da trovare insieme le soluzioni migliori. Quali sono i punti di riferimento?Terremo presente prima di tutto la realtà quotidiana in cui ognuno di noi è collocato e poi le grandi risposte date lungo i secoli, soprattutto quelle elaborate dalle tradizioni religiose, in particolare dalla tradizione cristiano-cattolica, secondo le Indicazioni per l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC) formulate nell’Intesa MIUR-CEI del 28 giugno 2012. Cosa impareremo?Impareremo che alla domanda «Chi sono?» ognuno deve cercare di dare la propria risposta, e la più sincera possibile. Ovviamente non è facile perché molte sono le realtà coinvolte: la famiglia, la nostra storia personale, il nostro carattere ecc. Ma la cosa più sbagliata è vivere questo interrogativo con ansia, non accettandoci (con i nostri pregi e difetti, con le nostre storie e paure) e scappando via, trovando piccole-grandi scuse. La cosa più importante è invece essere noi stessi, chiedendo scusa quando si sbaglia e facendoci aiutare dalle persone che ci vogliono bene. Come lavoreremo?Approfondiremo il Tema iniziale attraverso alcune schede che ci aiuteranno a cogliere gli aspetti più importanti. Un’ulteriore possibilità di sviluppo è offerta dalle Tracce di lavoro, che ci offrono l’opportunità di lavorare insieme. Punti ChiavePer cogliere pienamente i vari aspetti del Tema proposto facilitandone l’apprendimento:
Scheda 1 - La paura di noi stessiOgni adolescente che si guarda allo specchio si domanda: «Chi sono?». Tutti i giovani, infatti, desiderano conoscersi meglio, benché temano poi le eventuali risposte… Ma è chiaro che questa è una paura che occorre imparare a superare. Autostima: mi amo come sonoEcco i consigli del medico psichiatra Christophe André, per liberarsi dal senso di inadeguatezza e trovare il proprio posto nel mondo: • Essere se stessi, finalmente.
Essere consapevoli dei propri punti deboli di fronte alle sfide della vita è il punto di partenza fondamentale dal quale sviluppare una sana autostima (stimare se stessi, volersi bene). Un processo lento ma graduale, fatto senza prendere a esempio modelli irraggiungibili, ma alla nostra portata, alle nostre capacità, alle nostre qualità… ma anche ai nostri difetti. André infatti afferma: «Non si tratta di rassegnazione, ma di accettazione di come siamo: imperfetti. Si tratta di aspirare legittimamente a come vorremmo essere: imperfetti ma felici» (Imperfetti e felici, Corbaccio, Milano 2008). Dobbiamo dire a noi stessi: «Io mi piaccio!»Leo Buscaglia (1924-1998), professore universitario e scrittore americano di origine italiana, scriveva: «Volete sapere chi siete? Guardate gli occhi di coloro che vi stanno intorno e vi amano. Sono i soli che oseranno dirvi che avete la punta del naso sporca» (Vivere, amare, capirsi, A. Mondadori, Milano 1984). Scheda 2 - La forza dell'amiciziaNon si diventa amici per caso. Anche l’amicizia si impara: essa infatti ci richiede un impegno in prima persona, a volte anche difficile e doloroso, perché ci obbliga a uscire da noi stessi per andare incontro all’altro con sincerità e senza sotterfugi. Per essere amici occorre aver imparato a non mentire a se stessi, fidandoci dell’altro, senza paure o maschere. Soprattutto l’amicizia richiede gratuità: niente calcoli e niente secondi fini! Perchè i fallimenti?Spesso ci si chiede perché a volte le amicizie falliscono. Secondo psicoanalista Valerio Albisetti: «Alla base di tante solitudini o di amicizie fallite ci sono questi tre motivi:
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